La rivoluzione telefonica

La rivoluzione telefonica

Tra le varie rivoluzioni a cui il mondo dell’elettronica ci ha abituati, sicuramente quella del telefono resta ancora oggi la più sensazionale. Il telefono è un sistema elettrico mediante il quale le onde (parole e suoni) vengono trasformate in onde elettriche (corrente telefonica), trasmesse sotto tale forma a distanza, e riconvertite in onde sonore all’estremità ricevitrice.

L’idea di trasmettere i suoni per mezzo dell’elettricità risale al 1837 e l’ebbe l’americano D. G. Page; negli anni successivi diverse menti si dedicarono a tale studio fino a che nel 1876 uno scozzese ed un americano, Graham Bell e Elisha Gray, si presentarono nello stesso giorno e a distanza di due ore, per depositare il brevetto di due tipi di telefono. Migliore risultò quello presentato dal Bell che, perfezionato, è quello ora in uso. Molto è stato discusso sul vero inventore del telefono ed ormai è universalmente riconosciuto come tale il fiorentino Antonio Meucci, la cui richiesta di brevetto risale al 1871 ed il cui non ottenimento fu solo dovuto al mancato pagamento delle necessarie tasse di deposito.

Di importanza solo storica è il telefono meccanico, nel quale la voce e i suoni mettono in vibrazione una sottile membrana, vibrazioni che vengono direttamente trasmesse lungo un filo metallico collegato all’altra estremità ad alta membrana che riproduce il suono, sistema sperimentato già nel 1668 da Robert Hooke. I suoni e le voci sono composti da vibrazioni di natura elastica che vengono trasformate dall’orecchio in sensazioni. Tali vibrazioni si propagano attraverso l’aria alla velocità di circa 340 m./sec., velocità che può essere però molto aumentata se queste vibrazioni vengono trasformate in energia elettrica e trasmesse con radioonde o con conduttori aerei (300.000 km./sec.); se la trasmissione avviene con cavi telefonici pupinizzati la velocità è di 20-35.000 km./sec.

Come avviene una telefonata?

La conversione dell’energia sonora in fenomeno elettrico avviene per mezzo del microfono: la corrente elettrica che varia seguendo le variazioni della pressione atmosferica provocate dalla sorgente sonora, viene trasmessa al ricevitore. Quest’ultimo, vibrando, provoca la ritrasformazione della corrente elettrica in fenomeno sonoro. A parte le distorsioni, il fenomeno sonoro riprodotto è identico a quello di partenza. Gli organi essenziali per stabilire una comunicazione telefonica comprendono due apparecchi telefonici situati all’estremità della linea telefonica di collegamento, con o senza la interposizione di una centrale di comunicazione.

Le comunicazioni telefoniche si possono distinguere, a seconda della distanza, in urbane ed in interurbane, ed a seconda del modo in cui avviene la commutazione nella centrale telefonica, in comunicazioni con commutazione manuale e con commutazione automatica; le prime sono eseguite da telefoniste quasi esclusivamente per le comunicazioni interurbane ed internazionali, pur avviandosi ora anche il traffico interurbano verso la commutazione automatica.

In base alla frequenza di trasmissione impiegata la telefonia si distingue inoltre in telefonia normale, nella quale la corrente trasmessa è di frequenza compresa nella gamma vocale, in telefonia multipla ad alta frequenza, utilizzante correnti portanti di alta frequenza, variabile a seconda della distanza e del tipo di collegamento ossia linea aerea, cavo e cavo coassiale, ed in telefonia ad onde convogliate, che è un sistema ad alta frequenza nel quale la corrente portante modulata di alta frequenza viene convogliata su di una linea elettrica di trasporto dell’energia.

Sempre maggiore importanza sta assumendo in questi anni la telefonia multipla a divisione di tempo, consistente nell’identificare periodicamente ed istantaneamente (a intervalli di tempo assai brevi) lo stato elettrico dei conduttori che escono da un telefono, servendosi poi all’arrivo di tali condizioni istantanee per riprodurre in modo continuo il fenomeno elettrico (avviandolo all’apparecchio di arrivo).