Nascita dell’industria nel mondo moderno

Nascita dell’industria nel mondo moderno

L’industria è l’attività umana che ha per scopo la trasformazione delle materie prime in prodotti finiti, pronti per l’uso, o in altri prodotti pronti ad essere ulteriormente trasformati, mediante una speciale organizzazione del capitale e del lavoro. Diverse sono le fasi attraverso cui c’è stata l’evoluzione industriale nel tempo. Una prima fase, che si estende dall’epoca delle società primitive al primo Medioevo, si può chiamare di famiglia o domestica: gli uomini sono divisi in piccoli gruppi economicamente autonomi. Ciascun gruppo basta a se stesso e non produce se non quanto prevede di consumare immediatamente o in un vicino futuro.

Per famiglia non si deve tuttavia intendere il gruppo che oggigiorno forma la base della società: la famiglia patriarcale è in genere assai numerosa e comprende, oltre all’avo e ai suoi discendenti che vivono con gli schiavi e i servi artificialmente incorporati nella familia. Il patrizio romano e il signore feudale sono capi di familiae composte anche da centinaia di persone occupate in attività diverse, tutte intese al soddisfacimento dei bisogni del gruppo. Già nella familia si osserva una rudimentale divisione del lavoro la quale si accentua allorché un membro di essa si stacca e va ad offrire ad altri il lavoro nel quale si è specializzato, dando luogo alla primitiva figura del salariato che lavora per conto d’altri la merce fornita da questi.

Il lavoratore ambulante a un certo punto smette questa caratteristica: si fissa in un luogo e non è piú lui che cerca il cliente ma il cliente che cerca lui. Non sono piú gli altri che gli dànno la merce da trasformare e gli utensili necessari, ma egli stesso che possiede scorte adatte e utensili. Non dispone ancora di salariati si fa aiutare dai familiari e da qualche allievo. Questa fase è caratteristica dell’economia urbana del Medioevo. Egli lavora soltanto per il ristretto mercato che gli sta intorno e si associa ad altri artigiani che esercitano la stessa sua attività, costituendo il germe delle corporazioni che tanta importanza hanno nella storia economica e politica medievale.

Come nasce un imprenditore?

Con l’evolversi della cultura, con l’aumentare della ricchezza, con lo svilupparsi delle comunicazioni e dei contatti tra città e città, tra città e magna, il mercato si allarga, le fiere diventano un formidabile mezzo per l’intensificazione degli scambi commerciali. La concorrenza di altri lavoratori del suo stesso mestiere, operanti in altre città e addirittura in altre nazioni, lo costringono a passare all’attacco, a cercare degli sbocchi fuori dal proprio tradizionale centro. Per far questo gli occorre un intermediario che gli indichi i mercati piú adatti, che lo informi del genere merce piú domandato, che si incarichi del trasporto, del collocamento prodotto, della riscossione del suo prezzo.

Questo intermediario ha prima esclusivamente la figura del mercante. In una fase successiva il mercante si trasforma in imprenditore, cioè ordina agli artigiani; con i quali ha rapporti, di fabbricare quella determinata merce in quel determinato modo, spesso fornisce la materia prima e gli utensili per lavorarla. L’artigiano perde i contatti coi clienti, lavora esclusivamente per l’imprenditore il quale in breve volgere di tempo diventa il padrone che dà un salario al lavoratore e conserva la proprietà della merce e degli attrezzi.